Nel cuore della Puglia, una terra con una storia vitivinicola millenaria, esiste un vitigno che per secoli è rimasto nascosto tra i filari delle campagne: il Susumaniello.
Questo vino rosso dal carattere deciso e dall’anima profondamente pugliese ha vissuto un destino curioso, passando dall’oblio a una nuova rinascita, diventando oggi una delle gemme più preziose del territorio.
Le origini del Susumaniello
Le radici del Susumaniello affondano nella storia della viticoltura mediterranea. Si pensa che sia arrivato in Puglia grazie agli scambi commerciali con i Dalmati o forse addirittura con gli antichi Greci, che solcavano le rotte dell’Adriatico. Il suo nome singolare, "Susumaniello", deriverebbe dal dialetto locale e significa "sommarello" (piccolo asino), un chiaro riferimento alla straordinaria produttività della pianta nei suoi primi anni di vita.
Un vitigno quasi dimenticato
Nonostante la sua abbondante produzione iniziale, il Susumaniello è stato progressivamente abbandonato nel corso del Novecento. Il motivo? Con il passare del tempo, la pianta riduce drasticamente la resa, diventando poco adatta alla viticoltura intensiva. Così, mentre il Primitivo e il Negroamaro conquistavano il mercato, il Susumaniello rischiava di scomparire.
La rinascita del Susumaniello
Negli ultimi anni, però, alcuni viticoltori pugliesi hanno deciso di scommettere su questo vitigno antico. La sua bassa resa, un tempo vista come un limite, si è rivelata un punto di forza: meno uva significa maggiore qualità. Oggi, il Susumaniello è considerato una delle varietà autoctone più affascinanti della Puglia e viene vinificato sia in purezza che in blend raffinati.
Caratteristiche del vino Susumaniello
Il Susumaniello Rosso si distingue per il suo colore rubino intenso, con splendidi riflessi violacei. Al naso sprigiona profumi avvolgenti di ciliegie mature, prugne e delicate note speziate. In bocca è pieno, strutturato e sorprendentemente fresco, con tannini ben equilibrati che lo rendono perfetto anche per l’invecchiamento.
Abbinamenti e consigli di degustazione
Questo vino si sposa alla perfezione con i piatti robusti della tradizione pugliese.
È l’ideale con arrosti, formaggi stagionati e piatti a base di selvaggina.. superlativo con piatti a base di porcini e tartufo.
Servito a 16-18°C, esprime al meglio la sua complessità ed eleganza.